Lavori di restauro e risanamento conservativo dei prospetti della Chiesa dell'Immacolata Concezione - Mottola (TA)
sottoposto a tutela ope legis, ai sensi dell'art. 10 del D.Lgs. 42/04.
La finissima opera di restauro e recupero della Chiesa dell’Immacolata nasce dalla sorprendete intesa e collaborazione del tecnico e direttore dei lavori Arch.Ing. Armando Coppola e una tra le maggiori imprese di restauro operanti in tutto il territorio nazionale: la “Rossi Restauri“ che vanta nella sua equipe restauratori altamente preparati e specializzati. I prospetti della Chiesa dell’Immacolata sono stati riportati alla luce dopo attento e minuzioso risanamento dell’architettura nonché ripristino delle parti decorative che poteva vantare.
Un pò di storia…
La leggenda vuole che intorno al 1200 San Francesco San Francesco d’Assisi visitò il paese di Mottola e per l'occasione, i fedeli, lo ospitarono presso una cappella dedicata a Santa Maria della Vetera o Madonna de Busso che si erge sul fianco orientale della collina. Una volta che il Santo lasciò il paese, i cittadini, ritornati sul posto dove aveva dormito, ritrovarono l'impronta del viso del Santo sulla pietra che era stata usata come cuscino. Nel 1283 sul posto venne costruita la cappella maggiore di Santa Maria della Vetera, proprio di fianco al convento dove poi venne eretta nel 1686 la chiesa dell’Immacolata Assieme al convento, cessò la sua funzione e venne chiusa al culto nel 1810, a seguito dei decreti murattiani del 1809 riguardanti la progressiva abolizione degli ordini religiosi nel Regno di Napoli.
Nel 1840 venne concessa dal re al supplicante Canonico don Domenico Buttiglione, il quale la riaprì al culto nel 1851, dapprima come cappella della Pia Congregazione laicale sotto il titolo di Maria Santissima Immacolata, e successivamente, dal 1873, come cappella della Confraternita della B.M.V. Immacolata sotto il titolo di San Francesco d' Assisi e dei Santi Martiri Cosma e Damiano. Dal 1960 divenne sede parrocchiale, rimanendo chiusa per restauri dal 1975 al 1985.
La Chiesa dell'Immacolata
La facciata principale, ad ovest, affaccia su piazza Semeraro in corrispondenza di via Vito Sansonetti; il prospetto nord segue l’andamento in discesa verso il retro della chiesa a est che affaccia su via Petrarca; a sud l’immobile confina con l’ex convento.
L’edificio oggetto di intervento è costituito da due volumi, la chiesa di circa 16 m sul piano stradale rispetto al lato principale (19 m dal piano stradale nella parte posteriore a quota inferiore), il secondo volume su due livelli costeggia il fianco nord della chiesa ed ha un’altezza di circa 4,80 m.
La chiesa è a pianta rettangolare, ad una sola navata, ed oltre all’altare principale presenta sei altari laterali, di cui uno consacrato a San Francesco d'Assisi. I prospetti sono in pietra di tufo faccia a vista, mentre il volume a nord presenta una superficie intonacata.
La chiesa presenta una facciata semplice e lineare, essenziale e priva di ogni sontuosa veste ornamentale. La superficie è suddivisa in due ordini da un cornicione marcapiano fortemente aggettante, posto sopra una cornice meno pronunciata. L’ordine inferiore è scandito da quattro lesene, poste ai lati dell’unico ingresso, che giungono fino alla cornice inferiore, partendo da uno zoccolo e terminando in capitelli d’ordine composito collegati tra loro da una cornice che corre orizzontalmente sulla facciata.
Il portone di ingresso semplice in legno è incorniciato da una cornice lineare e sormontato da un architrave orizzontale. L’altezza del secondo ordine è più limitata e ripete anch’esso il motivo delle quattro lesene doppiate però nella parte superiore; che partono da uno zoccolo e terminano in capitelli compositi.
Al centro il rosone è sostituito da un finestrone barocco che presenta un frontone mistilineo di archi salienti, concavi e convessi. Il finestrone è arricchito in alto da una decorazione di volute e motivi vegetali ed è sovrastato da un piccolo cornicione ad arco ribassato, sul quale trova posto un altro frontone cieco a rilievo, che fa da base alla croce. Sulla fiancata destra della chiesa, verso mezzogiorno, vi è il campanile, risalente alla fine dell'800, più basso della facciata e munito di due campane.
Analisi del degrado
Personale altamente specializzato ha provveduto inizialmente alla rimozione di tutte le erbe infestanti, alla rimozione di tutti i depositi superficiali incoerenti, al lavaggio a mano delle superfici con acqua nebulizzata, pennelli di martora, spugne, spazzolini morbidi; rimozione di patina biologica mediante pulitura manuale (bisturi, spazzole ecc.) previo passaggio di idoneo biocida e successivo ripetuto lavaggio delle superfici con acqua pulita e/o spazzolatura ove necessario; rimozione di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali che per composizione hanno perduto la loro funzione conservativa e/o estetica, tra elementi o parti adiacenti; successiva stilatura mediante utilizzo di legante idraulico in polvere, esente da cemento composta da calce ed eco-pozzolana, resistente ai sali solubile ai cicli di gelo-disgelo.
Stuccatura con malta a base di calci idrauliche idonee per colorazione e granulometria alle superfici originali nei casi di fessurazioni, fratturazioni, mancanze profonde. Sostituzione di porzioni di elementi architettonici ricostruiti grossolanamente in malta cementizia con piccole porzioni di conci di tufo lavorati a mano. Si è proceduto all’asportazione di parti non compatibili con il supporto o gravemente degradate sui capitelli della facciata principale, l’operazione è stata effettuata con la massima attenzione evitando accuratamente di non intaccare il manufatto originale. A seguito dell’esecuzione delle operazioni preliminari di preparazione sono stati applicati vari strati di impasto in strati separati e successivi secondo la profondità della lacuna da riempire e ove necessario si è realizzata un’armatura di supporto.
Al fine di rendere possibile un’adeguata lettura cromatica è stato additivato l’impasto con terre e pigmenti colorati, e a presa avvenuta la superficie è stata lavata e/o tamponata con spugna inumidita, al fine di far emergere la cromia della punteggiatura ed eliminare eventuali residui di malta; incollaggio di elementi in distacco mediante utilizzo di adesivo epossidico bicomponente tixotropico a reattività rapida ; consolidamento corticale delle superfici esistenti soggette a fenomeni di esfoliazione e disgregazione; integrazione dell’intonaco, previa rimozione di quello ammalorato, mediante posa di intonaco di fondo a base di calce idraulica naturale e ripetuta revisione croatica al fine di eliminare ed unificare gli squilibri creatisi nel tono generale del paramento murario e delle integrazioni realizzate, in rispetto dei materiali originali e quelli di restauro.
Nella fase finale si è pertanto provveduto alla pitturazione delle superfici intonacate esterne con adeguata pittura acrilsilossanica a base di farina di quarzo, speciale protezione antialga e antimuffa; protezione e trattamento finale superficiale dei prospetti per rallentarne il degrado, mediante passaggio di fissativo idrofobizzante a base di resine acrilsilossaniche in emulsione acquosa, resistente agli alcali ed agli agenti atmosferici e garantisce con il suo elevato potere penetrante, l’idrorepellenza e la permeabilità al vapore acqueo.